Il nuovo Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale è nato a seguito della legge di riordino delle aree protette della Regione Emilia-Romagna 24 del 2011. Con essa i cinque parchi della cessata provincia di Bologna furono riuniti sotto una unica governance e con essi le numerose attività da questi gestite.
Dopo i primi tre anni di avvio, l’Ente ha rivisto la propria organizzazione, concentrando in 4 aree la ripartizione delle proprie competenze e ha iniziato a lavorare ad una diversa localizzazione del personale dedicato alle singole aree, al fine di rendere più efficiente il meccanismo di fornitura dei diversi servizi.
La recente legge regionale assegna poi all’Ente alcune competenze prima attribuite alle province, come la gestione non solo dei cinque ex-parchi, ma anche di tutti i SIC, ZPS, Riserve e di tutte le altre aree protette del territorio dell’odierna Città metropolitana di Bologna, oltre a quelle di quattro comuni modenesi.
Diverranno quindi di competenza dell’Ente una serie di aree protette della pianura bolognese, il che determina la necessità di rivedere la logistica dei servizi. In tale prospettiva e nell’ottica di migliorare la funzionalità degli uffici, l’Ente ha deciso di concentrare tre aree (ambiente, servizi finanziari e servizi esterni, tra cui la didattica) nella sede di Monteveglio, dislocando l’area amministrativa a Marzabotto, odierna sede legale, per riservare alle sedi di Lizzano, Camugnano e San Lazzaro un front office.
In tale contesto, che vedrà contemporaneamente presenti a Monteveglio fino a venti dipendenti, si è reso neccessario fruire degli spazi degli immobili di San Teodoro, per i quali si sono già iniziati lavori di infrastrutturazione.
La sala posta sopra al Consorzio Vini, manterrà le solite caratteristiche di fruibilità alle associazioni locali e ai cittadini nelle ore pomeridiane e serali, ma durante l’orario scolastico sarà necessario dedicarla all’accoglienza delle scolaresche che, nei programmi dell’Ente, cresceranno numericamente in modo significativo nei prossimi anni, grazie a nuovi programmi di educazione ambientale. Monteveglio diventerà punto di riferimento per tutte le scuole della Macroarea ed il relativo CEAS (centro di educazione ambientale) sempre più integrato con le politiche didattiche.
Per tutti gli spazi, esterni ed interni, in precedenza utilizzati da diversi soggetti, sarà approvato da parte del Parco anche un apposito regolamento che garantisca un uso corretto, ma soprattutto sicuro, di tali beni.
Anche le aree circostanti San Teodoro saranno oggetto di importanti lavori, che consentiranno di mettere a disposizione della cittadinanza nuove aree, mettendo in sicurezza quella parte dell’abitato che in passato è stato interessato dall’esondazione del Rio San Teodoro.
Quindi non ha alcun senso parlare di sfratti, per nessuno. Anzi. La storica associazione Amici del Parco, che ringrazio per le sue preziose attività e che incontrerò con piacere nei prossimi giorni, è stata anche invitata dall’Ente Parco ad ampliare queste attività a tutto il perimetro dell’Ente per utilizzare questa occasione per contaminare positivamente anche il resto del territorio.