“L’unico bene pubblico degno di essere tutelato in quel luogo è il lavoro di centinaia di persone, lavoro vero, lavoro di qualità e la grande capacità di impresa dimostrata in tanti anni di attività”. Ieri la questione ILPA è arrivata nell’aula dell’Assemblea Regionale. L’assessore regionale alla Programmazione territoriale Raffaele Donini, in risposta al presidente del Gruppo Pd Caliandro sulla vicenda del ‘Cubo’ di Valsamoggia, l’ex edificio Gessi Emiliani sul quale la Soprintendenza sta valutando se apporre il vincolo e che riguarda il piano di sviluppo aziendale dell’ILPA, è stato nuovamente molto chiaro. Ha specificato come la Regione non abbia competenza sulla procedura avviata dalla Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio di Bologna ma che non per questo non si possa chiedere alla stessa di “non apporre il vincolo a quell’edificio ormai ridotto in macerie ed inserito in un contesto di area produttiva, artigianale, dismessa e degradata”.
La stessa cosa che chiediamo tutti, noi come amministrazione insieme alla proprietà dell’azienda, ai sindacati e alle centinaia di lavoratori per i quali questa situazione è causa di grande preoccupazione. Ma soprattutto continuiamo a ritenere che un sopralluogo basterebbe per togliere ogni dubbio, vedendo di persona di cosa veramente si tratta.
Purtroppo fino ad ora i Comitati pare abbiamo fatto fare valutazioni ad esperti “tramite fotografie” (cosi è stato dichiarato recentemente sui media) mentre la consigliera del M5S, che ha fatto un’interrogazione sulla vicenda, ha trovato il tempo di andare in tv a parlarne, ma non di partecipare all’Assemblea Legislativa Regionale in cui si è discusso del tema.
Il suo scranno è rimasto desolatamente vuoto mentre una delegazione di lavoratori, per esserci, ha preso un giorno di ferie. Se questa è la misura dell’interesse per la vicenda noi ne prendiamo atto ma non accettiamo da parte di queste persone l’accusa di operare al di fuori delle regole e senza volontà di confronto.
Tutto quello che è stato fatto nel corso del tempo è stato fatto alla luce del sole e chi ora si oppone è stato invitato a partecipare a tutti i tavoli. La loro assenza viene letta come disinteresse e stride ora con la pretesa di condivisione e con le accuse di mancato rispetto delle regole che vanno sbandierando ai quattro venti su tutti i mezzi di comunicazione disponibili. Rimangono solo le loro barricate contro chi vuole investire.
Una richiesta di investimento da parte di un’azienda che, come ha ben sottolineato Donini in Assemblea, “nell’ultimo decennio ha quasi raddoppiato il numero dei propri dipendenti, gettando di fatto nell’incertezza centinaia di lavoratori che risiedono prevalentemente nel comprensorio di Bazzano, Vignola, Spilamberto, Castelfranco, Crespellano”.
Da sottolineare ancora una volta come l’intervento, che comprende anche la bonifica ambientale di tutto il comparto, ha ottenuto fino ad ora tutte le necessarie autorizzazioni ed è immediatamente cantierabile.
Chi va ancora alla ricerca di un qualche appiglio per giustificare comportamenti che tradiscono la totale non conoscenza delle procedure continua solo ad avvalorare la superficialità di certe posizioni. È il caso dell’ennesima dichiarazione sempre ad opera della Consigliera M5S Giulia Gibertoni che citando una risposta ad una osservazione del RUE dimentica però la parte in cui si richiama la procedura che ha portato alla autorizzazione del progetto che prevede la demolizione dell’edificio ex Gessi Emiliani.
A volte basta poco per evitare di incappare in grossolani errori di valutazione, basterebbe leggersi meglio i documenti o partecipare ad uno dei momenti di confronto come l’assemblea con i sindacati e i quasi 500 lavoratori oppure l’Assemblea Legislativa Regionale, momenti collettivi utili anche a capire la realtà dei fatti.
Insomma meno tweet e dichiarazioni sui social e media e più presenza nel mondo reale, quello delle imprese che investono, delle amministrazioni che rispettano le regole e della vita di tanti lavoratori.