Anche quest’anno partecipo alla commemorazione delle vittime della Strage di Bologna del 2 Agosto 1980, camminando insieme al corteo che partendo da Piazza Maggiore raggiunge la Stazione di Bologna.
Ogni anno è sempre difficile trovare le parole giuste per ricordare un evento così tragico, che ha segnato la vita di tutti noi. Mi capita ancora quando passo dalla stazione di Bologna e vedo quell’orologio fermo alle 10:25, che la mia mente per un istante si blocchi proprio come quelle lancette, e ritorni a pensare a tutte le volte che ho sentito raccontare quegli eventi.
Una tragedia rimane bloccata nel tempo, bloccata nei nomi delle vittime scolpiti nel marmo della lapide all’interno della stazione, bloccata in quell’attimo fatale e sconvolgente: spetta a noi tornare a darle vita, con l’aiuto dei racconti di chi ha vissuto quella mattinata terribile, per evitare di perdere ciò che ci può condurre alla verità.
Quest’anno però c’è una notizia positiva che è importante sottolineare: grazie all’impegno della “Associazione familiari delle vittime della Strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980” e del suo presidente Paolo Bolognesi, di tanti cittadini, associazioni e amministratori locali, è stato approvato in via definitiva alla Camera il disegno di legge che riguarda il reato di depistaggio. Per la prima volta viene punito duramente chi occulta o manipola la scena del crimine, con un inasprimento di pena se il reato riguarda processi di stragi e terrorismo.
Un provvedimento necessario per un paese che si vuole ritenere civile e giusto. Per questo lasciatemi ringraziare il duro lavoro di Paolo e di tutti i parlamentari che si sono adoperati per portare a termine questo percorso, a dimostrazione del fatto che la memoria non deve essere solo un esercizio di sterile ricordo, ma deve saper apportare cambiamenti concreti nella società per renderla migliore.