Per due terzi della mia vita non mi sono occupato di politica. Ho fatto volontariato in tante associazioni, da quelle sportive a quelle culturali, ma mai in un movimento politico. In questi anni, però, ho imparato a conoscere bene questo mondo, schiacciato tra le tante persone che impiegano molto del loro tempo per dare qualcosa alla comunità di cui si sentono parte e quelle che sperano che tutto vada solo e sempre male.
Ho cercato sull’onniscente Google e ho scoperto che la lingua tedesca prevede una parola per questa pratica: “schadenfreude” che significa letteralmente – citando Wikipedia – “piacere provocato dalla sfortuna” (altrui). Il concetto, sempre secondo Wikipedia, potrebbe anche venire parafrasato come “compiacimento malevolo” verso il prossimo, derivante, secondo la psicologa, dalla “considerazione di scarsissimo valore di Sé che si riflette nella consolazione (molto spesso errata) che anche il Sé degli altri sia scarso e non degno.”
Ecco. Questo è quello che accade quotidianamente in Italia (e non solo). Non si citano mai buone pratiche, ma si va a cercare il pelo negativo di una qualsiasi cosa. Il NO A TUTTO, regna sovrano. E ovviamente i social sguazzano, perché gente, spesso totalmente ignara della vicenda, sfoga frustrazioni lanciando improperi di ogni genere. E sempre uguali. Sia che si parli di una buca nella strada, che del fenomeno dei migranti.
Per esempio da noi accade che la realizzazione di un bagno pubblico invocato da decenni (identico a quello che si può trovare in migliaia di posti in Italia e reperito tramite indagine di mercato regolare) diventi un caso. O, vicino a noi, box dell’autovelox installati per evitare pericolosi incidenti (sì, vi svelo un segreto ormai con box arancio fluorescenti e visibili da centinaia di metri è proprio quasi impossibile fare multe), vengano incendiati (Sasso Marconi). O ancora consiglieri di Comuni insigniti con la medaglia d’oro alla Resistenza (Marzabotto) che inneggiano alla liberazione come “al giorno in cui i vili si proclamarono eroi”.
Provo a fare un appello: staccatevi per un’ora dai social e andate a fare una passeggiata (abbiamo sentieri bellissimi!), passate mezz’ora con famiglia e amici, andate a donare il sangue o qualsiasi cosa vi venga in mente. Scoprirete quanto immensamente dà più gusto dare qualcosa a qualcuno piuttosto che togliere.
Bravo; credo che la riflessione che hai fatto meriti di essere letta, meditata, e fatta propria.
I comportamenti dovrebbero essere conseguenti al senso dello stato che purtroppo latita; i comportamenti dovrebbero essere conseguenti alla cultura che si ha e, purtroppo, oggi spesso sono conseguenti alla cultura che non si ha.
Cultura è “l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”.
Bravo; credo che la riflessione che hai fatto meriti di essere letta, meditata, e fatta propria.
I comportamenti dovrebbero essere conseguenti al senso dello stato che purtroppo latita; i comportamenti dovrebbero essere conseguenti alla cultura che si ha e, purtroppo, oggi spesso sono conseguenti alla cultura che non si ha.
Cultura è “l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”.