Il governo ha intrapreso la strada delle restrizioni previste dal nuovo DPCM. Chiunque pensi di avere la verità e la strada perfetta in tasca in una situazione come questa o è un folle o mente sapendo di mentire. Questo però non può impedirci di dire, mentre ci impegniamo a rispettarli, che alcuni dei provvedimenti sono quanto meno discutibili e colpiscono alcuni settori con criteri che risultano scarsamente comprensibili. Come tanti, ho sperato in modifiche delle ultime ore.
Detto questo, quello che bisogna fare adesso è chiaro. E non c’è più tempo. Garantire sostegno economico a chi è stato colpito da questi provvedimenti. Subito. Non perdersi nella burocrazia. Subito. Con cifre certe e adeguate. Subito. Ne va della tenuta sociale del Paese. Ne va della vita delle persone. Di chi teme per il proprio lavoro, per il proprio mutuo, per la propria famiglia e va a dormire ogni sera pensando a questo, perché ne ha paura o ci sta già facendo i conti adesso. Questo mi aspetto dal governo e da chi ha in mano il potere di dare risposte. Ovviamente da parte degli enti locali deve esserci e ci sarà il totale impegno a fare la nostra parte, per quanto ci sarà consentito. Come non ho dubbi continuerà ad esserci quello della nostra Regione, che sta dando il massimo da mesi.
Poi cosa può fare ognuno di noi, in queste ore difficili?
mantenere il distanziamento, indossare la mascherina, igienizzare le mani. Senza questo non ne usciamo. Non c’è negazionismo che tenga. Ricordando sempre gli sforzi del nostro personale sanitario.
chi ne ha la possibilità, può contribuire ad aiutare le attività commerciali, i ristoranti, i bar del proprio paese, tramite quello che è consentito, in sicurezza. Si può ordinare da asporto e/o a domicilio (per il proprio nucleo familiare) e privilegiare per gli acquisti i negozi locali, un gesto certo che non può colmare l’enorme problema, ma può diventare significativo se lo si fa in tanti
dobbiamo continuare a sostenere le nostre associazioni, il mondo dello sport, quello della cultura. Chi può tramite l’acquisto di un piccolo oggetto, una donazione, un abbonamento o un’iscrizione simbolica, e tramite i modi che inventeranno o che, perché no, inventeremo insieme.
Tutto questo non sostituisce l’aiuto che deve arrivare da parte dello Stato. Subito. Ma può essere un modo di fare concretamente la propria parte, per chi ne ha la possibilità, ognuno secondo i propri mezzi, perché, ricordiamolo, non tutti sono colpiti da questa emergenza allo stesso modo, in una solidarietà di comunità che abbiamo già più volte dimostrato di avere.Sono giornate pesanti, di un anno e di un’esperienza che nessuno di noi avrebbe mai voluto vivere. Facciamo attenzione, siamo responsabili, speriamo che stavolta arrivino in fretta gli aiuti necessari a superare questa fase. E continuiamo a tenerci in contatto. I Comuni, anche se troppo spesso tenuti lontani dalle decisioni importanti, sono le istituzioni più vicine alla persone, e forse per questo meriterebbero di essere ascoltate di più. Essendo i più raggiungibili è nostro compito fare da tramite e da raccoglitori di bisogni, di domande, di dubbi, anche di frustrazioni.
Non ci tiriamo indietro. Ma proviamo però a darci tutti una mano.