La “Cerca e della cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” è ufficialmente iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale. La decisione è stata comunicata pochi minuti fa a seguito del pronunciamento del Comitato intergovernativo UNESCO.
Il lavoro svolto per ottenere questo risultato viene da lontano e per questo voglio ringraziare per la costanza e l’impegno anche le amministrazioni passate di Savigno che, da alcuni decenni, con lungimiranza, fanno parte dell’ Associazione Nazionale Città del Tartufo, tra gli enti promotori della candidatura. La ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia’ rappresenta un patrimonio culturale immateriale di conoscenze e pratiche tramandate oralmente per secoli che caratterizzano la vita rurale dei tartufai nei territori tartufigeni italiani tra cui Savigno.
Il commento Federica Govoni, Assessora alla valorizzazione del territorio del nostro Comune: “L’iscrizione della cultura del tartufo nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento prezioso che ci riempie di orgoglio e dà valore a tutta la comunità. Intorno a questo straordinario frutto della terra, negli anni, si è costruito e rafforzato un sodalizio tra enti, associazioni, tartufai e operatori economici che, ciascuno con le proprie competenze e la propria passione, hanno saputo preservare, tramandare e innovare tradizioni secolari profondamente legate a questo territorio. Vedere tutto ciò iscritto in questa prestigiosa lista rappresenta per tutti noi una spinta ulteriore a fare ancora di più e ancora meglio per salvaguardare questo patrimonio”.
(In foto la mitica figura di Poggetto, all’anagrafe Dante Zanna, così chiamato perché originario di Bel Poggio – un casolare di contadini nei pressi di Savigno -, che fu un grande cercatore di tartufi. Si narra che nella sua lunga carriera di tartufaio abbia portato alla luce più di 5 quintali di profumato tartufo bianco. La sua bravura stava nel camminare, anche in una sola mattinata, per ben tre parrocchie in quanto il tartufo “si nasconde sotto le suole delle scarpe”. Scomparso nel 1994, all’età di 92 anni, rimane nella memoria collettiva non solo attraverso i ricordi ma anche attraverso le rappresentazioni artistiche dell’amico Gino Pellegrini).