È quasi terminata la fase emergenziale, anche se il codice rosso rimane ancora per qualche tempo per il monitoraggio. Diversi danni e disagi ma nessun ferito e nessuna famiglia evacuata a differenza, purtroppo, di molti altri territori. Ma come sempre a questo punto, arrivano gli “omarelli delle disgrazie”, quelli del “na volta”, “quando c’ero io”, “le foglie nei tombini”, “alla fine son state solo due gocce d’acqua”. Quelli che sai che arriveranno, ma mai quando – sotto l’acqua e al buio – avresti magari bisogno di dar una mano alla Protezione Civile, alla Polizia Locale, ai tecnici, agli operatori, ai Vigili del Fuoco, che ringrazio per l’immenso lavoro svolto.
Come faccio a spiegarvi che non sono state due gocce d’acqua? L’unico modo è con i numeri. In poco più di 24ore sono caduti 140mm di acqua. Detto così vuol dire poco ai più. Provo a fare alcuni esempi.
– 140mm di acqua sono 140 litri di acqua ogni metro quadrato.
– è come se nel vostro piccolo giardino di centro metri quadrati buttaste 14 MILA LITRI di acqua.
– è come innaffiare un campo da calcio con 1 MILIONE DI LITRI di acqua.
Questo è quello che è successo. Nel nostro territorio (178kmq) sono caduti 25 MILIARDI DI LITRI DI ACQUA. In poco più di 24ore. Quasi quanto piovuto dall’inizio dell’anno, quasi un quarto delle intere piogge del 2022. Alcuni bacini hanno raggiunto il massimo storico di picco di portata. Sono decine le strade chiuse in tutta la provincia di Bologna.
Questo evento, da codice rosso, da noi ha provocato alcuni danni, in certi casi consistenti, e la rottura di un traliccio dell’energia elettrica, ma nessun ferito e nessuna famiglia evacuata.Come possiamo affrontare queste situazioni? Dando delle priorità. Per primo garantire l’incolumità delle persone. E quindi continuare a predisporre e attuare interventi mirati, avere un sistema di emergenza efficiente e coordinato, con mezzi e personale pronti ad intervenire. E formare la popolazione a cosa fare in casi di emergenza. In questo senso non è un caso che non ci siano stati grossi problemi. Gli investimenti (centinaia di migliaia di euro) fatti hanno dato un contributo determinante.Poi rendere le reti più resilienti. A Savigno è crollato un traliccio della media tensione. In pochi secondi il centro urbano è stato rialimentato dalla linea ridondata, limitando il disservizio a circa 60 utenze che sono state però rialimentate nella nottata, in attesa del ripristino definitivo.Parlare di interventi generalizzati è irrealistico e non utile.Gli eventi estremi saranno sempre più frequenti. È un dato matematico, ormai tragicamente confermato nelle previsioni dei climatologi. Non esiste un territorio che sarà esente da danni in questi casi. Abbiamo visto finire recentemente sott’acqua la tanto declamata ed efficiente Germania, ma la verità è che in ogni realtà nel mondo colpita da questi eventi si registrano danni. Si deve lavorare per limitarli e dare priorità alla sicurezza delle persone. La nuove zone urbanizzate hanno ampie vasche di laminazione e sistemi di deflusso delle acque enormemente più grandi di quelli che si facevano negli anni ’70, ’80 e ’90. Ma questi comparti sono il 10% degli insediamenti, ed è molto complesso – se non impossibile – adeguare tutto il sistema.
Per questo va con forza aumentato il contrasto ai cambiamenti climatici, almeno per limitare l’ulteriore e irreversibile peggioramento delle situazioni.Con buona pace degli “omarelli delle disgrazie”, che declamano tempi che non sono paragonabili agli attuali e in cui le nuove generazioni, che devono affrontare le emergenze di oggi, spesso non erano nemmeno nate.