Tra le priorità di azione del nuovo Comune di Valsamoggia, abbiamo sempre indicato, oltre al mantenimento dei servizi e alla cura del nostro territorio, il tema centrale di questi anni: il lavoro.
Ovviamente nessuno pensa di risolvere il problema della crisi economica, né quello della disoccupazione giovanile, ma alcune azioni concrete possono sicuramente dare una risposta, almeno per il nostro territorio.
L’autoriforma amministrava che ha portato all’unificazione dei nostri comuni, oltre a portare benefici economici e semplificazione burocratica, ha liberato notevoli spazi pubblici che oggi possono essere riutilizzati in maniera innovativa, ad esempio studiando soluzioni di coworking come quella a cui stanno lavorando alcuni giovani imprenditori proprio del nostro territorio, come Valerio Betti di Crespellano.
Cos’è uno spazio di coworking? E’ un luogo fisico dove diverse tipologie di persone (freelance, professionisti, microimprese, startupper, giovani studenti) possono lavorare e sviluppare i loro progetti facendo convergere competenze diverse. E’ un luogo di contaminazione che promuove la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione. E’ un luogo di scambio di esperienze e competenze. E’ una fucina di idee e professionalità innovative con le quali le imprese del territorio possono interagire e collaborare.
Il ‘pubblico’ mettendo a disposizione in convenzione i locali, agevola la creazione di contenitori di opportunità per nuove ed esistenti imprese, abbattendo quasi a zero i costi di ingresso nel mercato.
Nell’ambito di questo progetto, possiamo poi pensare di creare la prima FabLab della Valsamoggia, ovvero l’officina artigianale del futuro, un luogo che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale.
Un fablab (fabrication laboratory) è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un’ampia gamma di oggetti attraverso la prototipazione e stampa 3d.
E partner di questo progetto che mette insieme in una sinergia virtuosa e non assistenziale pubblico e privato, potrebbe essere la Juno Design, tra cui soci troviamo un quarantenne imprenditore di Savigno, Gian Luca Monti, che sono andato a trovare e che da ormai 10 anni lavora in questo settore con player al livello di Ducati e GD e che ormai conta su una ventina di dipendenti.
Un piccolo esempio di come l’innovazione amministrativa del nostro territorio può diventare acceleratore di idee e opportunità concreta di lavoro.