Tutti ormai riconoscono che Valsamoggia, con il polo industriale del Martignone e di via Lunga, è diventata la principale zona di investimenti non solo metropolitana, ma probabilmente una delle maggiori a livello regionale. Questo grazie principalmente alla nuove infrastrutture di viabilità ma anche a una pianificazione unitaria che gli enti locali facero in vista della futura confluenza nel nuovo comune unico. Non solo grandi industrie ma anche ampliamenti di tante aziende locali piccole e medie, nelle varie zone artigianali locali, in parte già in corso, in parte che si attueranno con l’approvazione a settembre del nuovo piano operativo. Tradotto: tanti nuovi posti di lavoro e molte opportunità per tutto l’indotto.
Per questo, se pur formalmente legittima, ritengo un errore la scelta di Titan (raro caso di azienda che si sta spostando), che ha delocalizzato prima nel modenese e ora anche quanto rimasto nel piacentino (anche se “lascia” qui una controllata ad alta tecnologia e di progettazione sul territorio). L’ho detto due anni fa, durante la prima crisi aziendale, e l’ho ribadito ora, anche a fronte di questo ultimo atto che di fatto disapplica l’accordo sottoscritto due anni fa tra i lavoratori e azienda alla presenza delle istituzioni regionali e locali.
Detto questo, in questi giorni mi sono più volte confrontato con i sindacati e in particolare la FIOM CGIL Bologna, le RSU e anche direttamente con alcuni lavoratori, che ho incontrato al fine di trovare la migliore soluzione anche in questo frangente. Per questo sostengo pienamente l’accordo sottoscritto dai lavoratori che impegna l’azienda a ricollocare integralmente il personale che non decida di trasferirsi a Piacenza. In accordo con le parti sociali, saremo parte attiva nella fase di reperimento di proposte da aziende locali o vicine alle residenze dei lavoratori. Questo è quanto ho detto ai media locali che purtroppo, credo per motivi di spazio, non è stato riportato integralmente.
In tutto questo, poi, c’è chi dimostra ancora una volta, con le solite polemiche, di far fatica a comprendere che mai come ora c’è bisogno di tenere insieme tutti, invece che giocare a delegittimare continuamente il lavoro degli altri. Che siano lavoratori attivi otto ore in reparto, sindacati che si impegnano per chiudere accordi, istituzioni che provano a rendere concreta e duratura la ripresa economica.