Lunga vita all’Ospedale della Valsamoggia

Nella assemblea pubblica che si è svolta il 28 gennaio scorso in una gremita sala del cinema di Bazzano (oltre 400 persone presenti), si è discusso del futuro dell’Ospedale G.Dossetti, facendo chiarezza su elementi che troppo spesso sono stati usati per raggiungere scopi che ben altro hanno a che fare con la reale tutela della salute delle nostre comunità.

Ospedale bazzano orizzontale1Il Sindaco di Bazzano Elio Rigillo nell’intervento di apertura ha subito chiarito il nodo principale oggetto dello serata con le  parole: “l’Ospedale di Bazzano NON chiude”. Per la verità nessuno ha mai avuto l’intenzione di chiuderlo, se non nelle carte di quella sciagurata prima bozza di riordino del governo Monti (che prevedeva la chiusura dei centri sotto i 120 posti letto) che però ha visto l’immediata opposizione della nostra Regione nella persona del Presidente Vasco Errani che ha ottenuto la modifica nella stesura definitiva del decreto in virtu del sistema a rete e delle innovazioni già realizzate nella nostra regione.

E qui la prima considerazione: mentre c’è chi grida al lupo nelle piazze e c’è chi lavora e porta a casa i risultati per la gente.

Poi i Direttori Ripa di Meana e Annicchiarico hanno fatto chiarezza sui servizi previsti nel nostro ospedale e in che termini avverà lo sviluppo degli stessi , rispondendo anche a diverse domande del pubblico. Ha chiuso la serata il puntuale e chiaro intervento dell’Assessore Carlo Lusenti (sotto video integrale) che ha definito le politiche regionali in materia sanitaria ricordando che i risultati ottenuti “non sono una questione di fortuna: deve essere chiaro dove si vuole arrivare e noi lo sappiamo, e confrontarci apertamente ma non usare strumentalmente certi argomenti nei modi di chi tira il sasso e poi se ne va tanto per sollevare un po’ di polvere, da un lato lamentandosi che i cittadini sono spaventati ma dall’altro facendo proprio della paura che genera ingiustificatamente nei cittadini l’unico modo di crearsi una platea che l’ascolta (…). Stiamo sereni e stiamo insieme nella chiarezza e ricordiamoci del grande patrimonio che ci siamo costruiti in questi decenni, che va cambiato per essere mantenuto e migliorato.”

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27 Gennaio: per non dimenticare la catastrofe nazifascista

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (catastrofe/distruzione in ebraico) ovvero lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

A Monteveglio ricorderemo quel tragico periodo Domenica 27 Gennaio dalle ore 20.00 prima con il ritrovo attorno al falò in piazza con la distribuzione di brodo caldo e pane poi in sala polivalente attraverso lo spettacolo a cura del Teatro delle Temperie “MEMORIA 211” con Andrea Lupo e Margherita Zanardi

 David Sarnelli

  Serena Pecoraro. “Da un percorso di ricerca bibliografica

 abbiamo tratto testimonianze dirette

 di sopravvissuti alle persecuzioni della II guerra mondiale attraverso la voce di chi c’era
 riviviamo quelle storie drammatiche, commoventi 

ma anche cariche di speranza

 tramite il codice universale delle emozioni

 continuiamo a commuoverci per non dimenticare 

perchè tramite la storia dei singoli è più facile ricordare
 e 
perpetuare una memoria collettiva 

quale patrimonio da tramandare”.

cartolina 27 gen

Situazione neve Monteveglio

Tutti i mezzi sono fuori da oggi pomeriggio, ci sono stati ritardi per motivi tecnici nella zona del Borgo storico di Oliveto in via di risoluzione. Pubblico come di consueto l’elenco dei servizi strada per strada (neve170113.pdf) degli interventi tutt’ora in corso. Segnalateci eventuali criticità ai soliti riferimenti.

A titolo di esempio il percorso terzista n°1 visualizzato nei nostri terminali
A titolo di esempio il percorso terzista n°1 visualizzato nei nostri terminali

Il coraggio di non arrendersi

(editoriale “Monteveglio” n°4/2012)giornalemonteveglio_4.12_web

“Grazie. Ancora una volta la nostra comunità ha dimostrato di essere capace di prendersi la responsabilità di decidere del proprio futuro, e come altre volte in passato, di non volere arrendersi ad un destino fatto solo di sacrifici e rinunce senza alcuna visione o prospettiva per il futuro. Monteveglio e la maggioranza dei cittadini della Valsamoggia hanno scelto, con il referendum per il nuovo comune unico, di fare squadra e provare a dimostrare che insieme si possono cambiare assetti che sembrano immutabili come la nostra pubblica amministrazione, non più in grado di dare le risposte necessarie alla gente.

Non è più il tempo di stare seduti a guardare e incolpare sempre gli altri di ciò che non va, è ora di trovare soluzioni per uscire da questa palude: per questo il 25 di novembre diventerà nel tempo la storica data simbolo del rilancio del nostro territorio, esempio da imitare.

Ora tutti al lavoro, ci aspetta un’impegnativa fase costituente per far nascere quella casa comune che sarà lo strumento necessario per realizzare un presente all’altezza delle nostre aspettative e riavere la speranza di costruire quel futuro che per colpa dei tanti veti e interessi personali di questi anni, in troppi ormai non riescono più nemmeno ad immaginare”.

Risultati primarie parlamentari Monteveglio

primarie-partito-democratico

Risultati Circolo PD di Monteveglio – 30 Dicembre 2012

(11) Paolo BOLOGNESI     14
(6) Claudio BROGLIA     26
(13)Domenico CELLA         10
(1) Andrea DE MARIA     144
(10) Sergio LO GIUDICE     16
(14) Paolo NEROZZI          7
(5) Salvatore VASSALLO     36
(11) Benedetto ZACCHIROLI      11
(2) Marilena FABBRI      76
(8) Rita GHEDINI          25
(6) Virginia GIERI         32
(9) Donata LENZI          19
(3) Gabriella MONTERA      64
(4) Sandra ZAMPA          52

Qui i risultati complessivi di Bologna.

Il nuovo Piano di Protezione Civile della Valsamoggia

Nel Consiglio Comunale del 20 Dicembre è stato approvato all’unanimità il nuovo Piano di Protezione Civile della Valsamoggia. LogoNew-ProCiv-ER

La Protezione Civile non interviene solo nei casi di emergenza ma, attraverso il monitoraggio del territorio, la raccolta e l’aggiornamento dei dati, individua i possibili rischi presenti sul territorio e intraprende azioni e provvedimenti, di raccordo con tutti i servizi comunali e sovraordinati, al fine di prevenirne o mitigarne i possibili effetti sulla popolazione.

La prima Autorità di Protezione Civile competente a livello comunale è il Sindaco che, al verificarsi dell’emergenza, assume il coordinamento dei servizi di soccorso e assistenza ai cittadini colpiti, provvedendo, con l’ausilio dei dei servizi comunali e del volontariato, a tutti gli interventi necessari per il ripristino della normalità.

Quando le risorse presenti nel Comune non sono sufficienti a fronteggiare l’emergenza il Sindaco richiede l’intervento della Prefettura, della Regione e dello Stato.

Al fine di pianificare le attività da porre in essere in caso di evento calamitoso è stato predisposto, dal Servizio Associato istituito con convenzione a fine 2011, in un unico testo per tutti i Comuni dell’Unione di Comuni il presente “Piano di Protezione Civile Valle del Samoggia”

Il Piano

Il Piano comunale di Protezione Civile predisposto individua i principali rischi presenti all’interno del territorio e definisce le procedure per una rapida ed efficiente gestione dell’emergenza. Approfondisci

Fusione Valsamoggia: andare avanti con responsabilità nel rispetto della democrazia

comuni-val-samoggiaPubblico qui sotto il testo integrale della dichiarazione congiunta alla stampa dei 5 Sindaci sull’esito del referendum sulla fusione dei comuni Valsamoggia, in vista della decisione dell’assemblea legislativa regionale.

Non vi è nessuna velleità di “convincere” in poco tempo chi non ha creduto alla bontà della nostra proposta. Soltanto l’intenzione di dialogare con tutti, ascoltando con umiltà le ragioni del dissenso anche per chiarire ed eventualmente rivedere il progetto, ma dando la dignità che meritano anche ai cittadini che si sono espressi per il sì e che sono risultati maggioritari.

Deve essere altrettanto chiaro che non possiamo prenderci la responsabilità di ribaltare la volontà maggioritaria dei cittadini della Valsamoggia, che hanno deciso di darsi una possibilità di rilancio, facendo squadra e lavorando insieme, creandosi così un’opportunità di reagire alla pesante situazione economica e dare una prospettiva al territorio. Comprendiamo bene che si apre un periodo delicato ed importante, ma affronteremo le inevitabili tensioni con serenità e senza paura, auspicando che tutti comprendano che lavoriamo per il bene comune, di cui si possono anche avere diverse concezioni, ma che questo momento storico ci impone di avere coraggio. Questo è quello che sentiamo di dover fare per svolgere al meglio il ruolo che ricopriamo come Sindaci; i cittadini come sempre giudicheranno, valutando i fatti, la bontà di queste scelte.

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(dichiarazione ufficiale)

Nelle prossime settimane l’assemblea legislativa regionale avrà il compito di decidere in merito al progetto di fusione della Valsamoggia, partendo dal risultato del referendum del 25 novembre. Il risultato del voto complessivo (51, 5 %) e quello relativo ai singoli comuni (3 a 2) sono favorevoli al comune unico Valsamoggia. E’ altrettanto incontestabile però che a Bazzano e Savigno si sono manifestate le ragioni del no.

Come Sindaci pensiamo che l’unico modo per assumere una posizione sia affidarsi alla democrazia. Da un lato questo significa che la maggioranza si è espressa favorevolmente al processo di fusione dei Comuni (e a ciò hanno contribuito anche i voti di quei cittadini che a Bazzano e a Savigno sono risultati in minoranza), che ha trovato quindi un sostegno e una conferma tra i cittadini della vallata; dall’altro prevede che chi governa ha il dovere di ascoltare le ragioni di quei cittadini che non hanno creduto al progetto, dando a tutti pari dignità, evitando immotivati trionfalismi ed essendo capaci con umiltà di ascoltare le ragioni e i motivi di dissenso, mettendoci anche in discussione – come promotori del progetto – su quello che possiamo avere sbagliato e sul perché in due Comuni non siamo stati capiti fino in fondo.

Questo in concreto significa che per chi crede nella validità del progetto, in questo contesto di crisi sociale, in cui sono messi gravemente in discussione i servizi alla persona, di crisi economica e dei conti pubblici, è giunto il tempo della responsabilità. La responsabilità di fare la scelta di non dover guardare domani in faccia i cittadini e negargli servizi, avendo avuto un risultato referendario che pone le condizioni per andare avanti. E’ una scelta difficile, ma bisogna avere coraggio – sapendo che l’alternativa è il peggioramento della qualità e del numero dei servizi dati alla cittadinanza, come del resto i nostri colleghi Sindaci di tutta Italia stanno disperatamente cercando di far capire a tutti i livelli.

I cittadini della Valsamoggia hanno scelto di non arrendersi a questo inesorabile declino e hanno deciso di darsi una possibilità di rilancio, facendo squadra e lavorando insieme. Insomma con il Referendum si sono creati la proprio opportunità.

Fare questa valutazione vuol dire che la maggioranza dei voti in numero assoluto era una condizione imprescindibile per andare avanti e che non si vede per quali ragioni noi dovremmo fermare il processo di fusione che è stato approvato dalla maggioranza dei cittadini. L’assemblea legislativa regionale, a cui spetta la decisione, farà la sua valutazione. Intanto prendiamoci tempo per dialogare con chi non ha condiviso il progetto di fusione, per entrare nelle ragioni del dissenso laddove si è manifestato con maggiore enfasi, per arrivare infine anche a chiarire ed eventualmente rivedere il progetto.

Ci aspetta inoltre una fase molto delicata ed importante, quella del processo costituente del nuovo comune, a cui tutti siamo chiamati a dare spunti e contributi, forze politiche, associazioni, cittadinanza: è anche in questa direzione che i nostri sforzi si dovranno concentrare nell’immediato futuro, trovando una fase di discussione sui valori che muovono la nostra comunità, sui temi amministrativi, sulle forme organizzative e di rappresentanza del nuovo comune, sulla tipologia dei servizi che una pubblica amministrazione deve fornire.

Non nascondiamo le difficoltà di questo lavoro e comprendiamo bene le tensioni che ne deriveranno, ma il senso di responsabilità verso la cittadinanza ci impone di affrontare le difficoltà senza paura e con serenità, auspicando che tutti comprendano che lavoriamo per il bene collettivo, del quale si possono avere diverse concezioni, ma che è il nostro obiettivo ultimo: questo momento storico ci impone di avere coraggio. Questo è quello che sentiamo di dover fare per svolgere al meglio il ruolo che ricopriamo come Sindaci; i cittadini come sempre giudicheranno, valutando i fatti, la bontà di queste scelte.

Quei ragazzi di Sabbiuno contro il mostro nazifascista

Le parole nelle ultime lettere del partigiano Giordano Cavestro ucciso dopo pochi mesi di prigionia a soli 19 anni per ordine del gerarca fascista Pino Romualdi, citate nel saluto del Sindaco di Pianoro, Presidente di turno del Comitato per le Onoranze di Sabbiuno.

« Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata, ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà. »

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Fratelli d’Italia senza patria

“Italia, 2012. Mi chiamo Andrea, sono nato a Bologna 18 anni fa, figlio di  genitori non cittadini italiani, ma regolarmente residenti Italia. Fino ad oggi sono stato titolare di un permesso di soggiorno temporaneo che, rinnovato dai miei familiari, garantisce i diritti sociali (all’istruzione, alla salute, ecc.) e la libera circolazione in area Schengen, ma non permette, ad esempio, di viaggiare all’estero nella fase di rilascio e rinnovo, così come di iscriversi a sport agonistici. Ora posso richiedere la cittadinanza italiana ma ho solo un anno di tempo per provvedere e in ogni caso devo dimostrare di aver vissuto fino a quel momento con continuità sul territorio italiano. Io sono italiano, mi chiedo perchè non lo sono anche per la mia patria. ”

UnicefIl Consiglio Comunale di Monteveglio ha approvato un ordine del giorno (qui pdf) dalla campagna “Io come Tu” promossa dall’UNICEF Italia dal’ANCI e da altre Associazioni, sostenuta dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, per ribadire il diritto alla non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono, studiano e crescono in Italia e per promuovere una pubblica cerimonia per consegnare ai nati di famiglie straniere nel nostro territorio un attestato di riconoscimento simbolico di cittadinanza italiana.

Lo stesso Presidente della Repubblica considera un diritto elementare l’ acquisizione della cittadinanza fin dalla nascita degli stessi, nati e cresciuti in Italia, al fine di alimentare quell’energia vitale di cui oggi l’ Italia ha estremo bisogno visto anche che il diritto alla cittadinanza del paese in cui si nasce é riconosciuto in molti stati di tradizioni democratiche, quali gli Stati Uniti, ed ha permesso a tanti italiani figli di emigrati di sentirsi pienamente integrati nella vita sociale di quei paesi.