Pubblico qui sotto il testo integrale della dichiarazione congiunta alla stampa dei 5 Sindaci sull’esito del referendum sulla fusione dei comuni Valsamoggia, in vista della decisione dell’assemblea legislativa regionale.
Non vi è nessuna velleità di “convincere” in poco tempo chi non ha creduto alla bontà della nostra proposta. Soltanto l’intenzione di dialogare con tutti, ascoltando con umiltà le ragioni del dissenso anche per chiarire ed eventualmente rivedere il progetto, ma dando la dignità che meritano anche ai cittadini che si sono espressi per il sì e che sono risultati maggioritari.
Deve essere altrettanto chiaro che non possiamo prenderci la responsabilità di ribaltare la volontà maggioritaria dei cittadini della Valsamoggia, che hanno deciso di darsi una possibilità di rilancio, facendo squadra e lavorando insieme, creandosi così un’opportunità di reagire alla pesante situazione economica e dare una prospettiva al territorio. Comprendiamo bene che si apre un periodo delicato ed importante, ma affronteremo le inevitabili tensioni con serenità e senza paura, auspicando che tutti comprendano che lavoriamo per il bene comune, di cui si possono anche avere diverse concezioni, ma che questo momento storico ci impone di avere coraggio. Questo è quello che sentiamo di dover fare per svolgere al meglio il ruolo che ricopriamo come Sindaci; i cittadini come sempre giudicheranno, valutando i fatti, la bontà di queste scelte.
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(dichiarazione ufficiale)
Nelle prossime settimane l’assemblea legislativa regionale avrà il compito di decidere in merito al progetto di fusione della Valsamoggia, partendo dal risultato del referendum del 25 novembre. Il risultato del voto complessivo (51, 5 %) e quello relativo ai singoli comuni (3 a 2) sono favorevoli al comune unico Valsamoggia. E’ altrettanto incontestabile però che a Bazzano e Savigno si sono manifestate le ragioni del no.
Come Sindaci pensiamo che l’unico modo per assumere una posizione sia affidarsi alla democrazia. Da un lato questo significa che la maggioranza si è espressa favorevolmente al processo di fusione dei Comuni (e a ciò hanno contribuito anche i voti di quei cittadini che a Bazzano e a Savigno sono risultati in minoranza), che ha trovato quindi un sostegno e una conferma tra i cittadini della vallata; dall’altro prevede che chi governa ha il dovere di ascoltare le ragioni di quei cittadini che non hanno creduto al progetto, dando a tutti pari dignità, evitando immotivati trionfalismi ed essendo capaci con umiltà di ascoltare le ragioni e i motivi di dissenso, mettendoci anche in discussione – come promotori del progetto – su quello che possiamo avere sbagliato e sul perché in due Comuni non siamo stati capiti fino in fondo.
Questo in concreto significa che per chi crede nella validità del progetto, in questo contesto di crisi sociale, in cui sono messi gravemente in discussione i servizi alla persona, di crisi economica e dei conti pubblici, è giunto il tempo della responsabilità. La responsabilità di fare la scelta di non dover guardare domani in faccia i cittadini e negargli servizi, avendo avuto un risultato referendario che pone le condizioni per andare avanti. E’ una scelta difficile, ma bisogna avere coraggio – sapendo che l’alternativa è il peggioramento della qualità e del numero dei servizi dati alla cittadinanza, come del resto i nostri colleghi Sindaci di tutta Italia stanno disperatamente cercando di far capire a tutti i livelli.
I cittadini della Valsamoggia hanno scelto di non arrendersi a questo inesorabile declino e hanno deciso di darsi una possibilità di rilancio, facendo squadra e lavorando insieme. Insomma con il Referendum si sono creati la proprio opportunità.
Fare questa valutazione vuol dire che la maggioranza dei voti in numero assoluto era una condizione imprescindibile per andare avanti e che non si vede per quali ragioni noi dovremmo fermare il processo di fusione che è stato approvato dalla maggioranza dei cittadini. L’assemblea legislativa regionale, a cui spetta la decisione, farà la sua valutazione. Intanto prendiamoci tempo per dialogare con chi non ha condiviso il progetto di fusione, per entrare nelle ragioni del dissenso laddove si è manifestato con maggiore enfasi, per arrivare infine anche a chiarire ed eventualmente rivedere il progetto.
Ci aspetta inoltre una fase molto delicata ed importante, quella del processo costituente del nuovo comune, a cui tutti siamo chiamati a dare spunti e contributi, forze politiche, associazioni, cittadinanza: è anche in questa direzione che i nostri sforzi si dovranno concentrare nell’immediato futuro, trovando una fase di discussione sui valori che muovono la nostra comunità, sui temi amministrativi, sulle forme organizzative e di rappresentanza del nuovo comune, sulla tipologia dei servizi che una pubblica amministrazione deve fornire.
Non nascondiamo le difficoltà di questo lavoro e comprendiamo bene le tensioni che ne deriveranno, ma il senso di responsabilità verso la cittadinanza ci impone di affrontare le difficoltà senza paura e con serenità, auspicando che tutti comprendano che lavoriamo per il bene collettivo, del quale si possono avere diverse concezioni, ma che è il nostro obiettivo ultimo: questo momento storico ci impone di avere coraggio. Questo è quello che sentiamo di dover fare per svolgere al meglio il ruolo che ricopriamo come Sindaci; i cittadini come sempre giudicheranno, valutando i fatti, la bontà di queste scelte.