Coronavirus. I numeri della Fase1

Oltre 3mila telefonate di supporto alle famiglie del territorio, più di 450 domande dei cittadini ai numeri del Comune e oltre 1.000 contatti arrivati attraverso i social. Le iniziative, i risultati e i dati della Fase1

Mai come durante questa emergenza sanitaria il ruolo Comune è stato importante per i cittadini. Perché una volta emessi DPCM e ordinanze, è spettato a ciascun comune il compito di “tradurre” le tante norme e articoli, in comportamenti consentiti e non consentiti. Dopo ogni nuova norma rilanciata su sito internet e pagine social del Comune, sono arrivate centinaia di domande (complessivamente oltre un migliaio nel corso dell’emergenza) di cittadini, ognuna con un’esigenza diversa, che hanno richiesto ore di impegno e vicinanza.

Affinché tutti potessero ottenere una risposta alla propria questione, il Comune di Valsamoggia, fin dal 17 marzo ha attivato 2 NUMERI DI TELEFONO AD HOC attivi 6 giorni a settimana gestiti da personale comunale più 1 NUMERO “WHATSAPP” attivo 7 giorni su 7. A questi numeri poi, a partire dal mese di maggio, si è aggiunto un “CHAT-BOT” attivato sul sito istituzionale del Comune che, istruito con informazioni specifiche costantemente aggiornate rispetto alle nuove norme in vigore, è in grado di dare risposta alle domande più generiche.

Le chiamate sono state in tutto quasi 450, concentrate soprattutto nelle prime settimane del lockdown. Quasi la metà delle questioni riguardava gli spostamenti ma sono arrivate anche domande sulle attività produttive (quali fossero aperte, quali chiuse e quali potessero avere una deroga), sui buoni spesa in corrispondenza all’annuncio della distribuzione dei tagliandi e tante segnalazioni di cittadini rispetto a comportamenti non consentiti. Il 60% sui numeri di telefono e il restante 40% su chat, ad indicare che in un momento di emergenza, i cittadini hanno preferito comunque il contatto umano rispetto a quello virtuale di un servizio di messaggistica.

Proprio il contatto umano, per esempio, è stato alla base delle 2.250 telefonate che 12 volontari dello SPI-CGIL hanno fatto ad altrettanti anziani over70 del territorio con l’obiettivo di offrire sostegno e informazioni ma anche di mappare eventuali fragilità che potevano sfuggire.

A queste vanno aggiunte le oltre 1.000 telefonate che, fin da marzo, il Comune sta facendo alle persone positive o in sorveglianza per intercettare i bisogni (spesa e farmaci a domicilio consegnati grazie al supporto dei volontari della Protezione Civile) e per dare preziose informazioni di comportamento (dalla raccomandazione di rimanere in casa al corretto smaltimento dei rifiuti).

Accanto a questo servizio informativo, a Valsamoggia ci si è attivati anche con servizi di sostegno vero e proprio alla popolazione. La SPESA A DOMICILIO è un esempio: sono stati ben 89 gli esercizi commerciali di vicinato, le realtà produttive locali e i ristoratori che, riorganizzando il loro lavoro, si sono messi a disposizione offrendo un servizio che si è rivelato strategico e fondamentale per la comunità, in particolare per le categorie più fragili. La mappatura delle attività sul territorio, suddivisa per merceologia in modo che fosse il più facile possibile trovare quello di cui si aveva bisogno, è stata realizzata in collaborazione con OGGI, la casa dell’Innovazione che a ha sede a Monteveglio.

In collaborazione con le farmacie del territorio e i medici di base, ma anche grazie ai servizi messi a disposizione da Croce Rossa Italiana, Federfarma e Assofarm, è stato organizzato un servizio di consegna gratuita dei farmaci a domicilio così come un servizio dedicato è stato riservato alle persone in sorveglianza attiva che, per legge, erano costrette a casa. Per loro, laddove non era possibile attivare il servizio di vicinato, sono stati di aiuto i volontari della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile di Savigno-Valsamoggia.

Il prolungarsi del lockdown ha messo in difficoltà tante famiglie e, quando è stato il momento di distribuire i BUONI SPESA, il Comune ha coordinato i vari esercizi coinvolti (GDO ma anche esercizi di vicinato) e organizzato la distribuzione dei buoni. Esaurite le risorse statali di oltre 165mila euro, si è proseguito nel supporto alle famiglie grazie alle donazioni di generi alimentari, che hanno consentito di consegnare a chi era più in difficoltà una SPESA SOLIDALE simbolo di una comunità che non ha fatto mandare la solidarietà ai propri vicini nel momento del bisogno.

Importantissimo il capitolo VOLONTARI: oltre che preziosissimi per le telefonate agli over70 e per la distribuzione delle spese e dei farmaci a domicilio, si sono rivelati fondamentali anche nel momento in cui si è resa necessaria la distribuzione delle 13mila mascherine che, con il coordinamento della Fondazione Rocca dei Bentivoglio e dei Municipi, hanno recapitato in 2 giorni a tutte le famiglie di Valsamoggia.

L’emergenza sanitaria è stata certamente un’esperienza che ha messo i territori a dura prova ma, ora che entriamo nella Fase2, possiamo guardarci indietro con orgoglio per quanto fatto in questo momento di grande difficoltà. Non è stato semplice perché era tutto nuovo ma nessuno ha fatto mancare il suo impegno. Non l’amministrazione che ha lavorato ogni minuto con impegno e non la comunità che si è dimostrata rispettosa delle regole e solidale in modo commovente con chi si è trovato in difficoltà. Ora guardiamo alla Fase2 con tanta voglia di ripartire, tutti insieme.

E se provassimo a ripartire con il piede giusto?

La pandemia ha bloccato in poche settimane l’intera società globale, che si è dimostrata fragile e senza difese adeguate. Nei paesi che si sono difesi meglio va riconosciuto il ruolo di politiche e investimenti migliori in materia di sanità.
Un grazie va ovviamente ai tanti operatori e professionisti del settore che spesso sono andati oltre il loro compito e hanno in molti casi evitato conseguenze ancora peggiori. 
Grazie anche ai tanti volontari e a tutti i componenti delle nostre comunità, che con grande senso di responsabilità hanno contribuito a dare supporto alle famiglie in difficoltà e a contenere la diffusione del virus. Come a chiunque si stia trovando a lavorare in prima linea, in qualunque settore sia.
Una cosa però mi ha stupito: la relativa rapidità con cui gli Stati hanno trovato ingenti risorse per superare i danni generati al sistema socio-economico. 2mila miliardi di dollari gli Stati Uniti, 2mila miliardi di euro l’Europa, qualcosa di simile l’Asia con Cina e Giappone. 
Eppure, in tutti questi anni, la risposta ricorrente dei decisori politici ed economici al potere, era che soldi non ce ne erano. Non dico per le vicende ordinarie, ma per contrastare quei pericoli ancora più gravi per la civiltà umana, quelli che già oggi ogni anno uccidono ben più persone di quelle che tragicamente conteremo alla fine della pandemia. 
Mi riferisco ai due fattori che più stanno mettendo in crisi la società moderna: i cambiamenti climatici globali (e le loro cause) e l’allargamento della forbice sociale tra chi si può permettere una vita appagante e chi non ha i mezzi per sostenersi, pur tra mille sforzi, e spesso pur lavorando duramente.
Posta così è una provocazione, certo, una semplificazione. Ma non del tutto. Per questo mi piacerebbe ripartissimo da qui. Per usare queste risorse non solo per rispondere a questa pandemia, ma per cogliere l’occasione per riprogettare senza preconcetti il presente e il futuro.
(qui puoi leggere il giornalino digitale: https://ita.calameo.com/read/00616996073a2d260d9a3)

E SE PROVASSIMO A RIPARTIRE COL PIEDE GIUSTO? La pandemia ha bloccato in poche settimane l'intera società globale, che…

Pubblicato da Daniele Ruscigno su Mercoledì 6 maggio 2020