Come avevo già scritto (qui) tutti gli anni alle prime piogge dobbiamo assistere, impotenti, alle ormai ricorrenti tragedie causate da fiumi in piena e da versanti che franano ricoprendo case e inghiottendo strade. Eventi che distruggono intere famiglie che in pochi attimi vedono scivolare via tutto quello per cui hanno lavorato e purtroppo spesso anche la stessa vita di parenti e amici.
Quello che fa più rabbia è che si potrebbero prevenire gran parte di questi disgrazie attraverso interventi di piccola manutenzione ordinaria che tuttavia ad oggi, per i vincoli economici e autorizzativi, sono di difficile realizzazione.
Nel nostro piccolo la differenza si è vista: qui sotto l’argine esondato nella piena dello scorso anno con lo smottamento di via Stiore, che abbiamo dovuto chiudere per alcuni giorni, e più sotto la situazione attuale nello stesso punto dopo la manutenzione dell’alveo fluviale fatta negli scorsi mesi e subito dopo le piene degli ultimi giorni.
Sul nostro territorio in quattro anni abbiamo investito oltre mezzo milione di euro, che per la maggior parte è andato a riparare danni da dissesto. Se quei fondi fossero stati usati per la prevenzione, come abbiamo fatto su questo tratto di Samoggia, saremmo riusciti ad intervenire su almeno cinque volte la dimensione del territorio coinvolto.
C’è ancora tantissimo da fare, questo è solo un piccolo e limitato esempio, ma sono convinto che il nuovo Comune di Valsamoggia dovrà progettare ed attuare un piano di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza in collaborazione con la Regione, il Consorzio di Bonifica e gli Enti competenti. Sarà possibile avere il ruolo di “acceleratore” di questi interventi vista la possibilità di cofinanziare le opere con i fondi ricavati dal processo di fusione dei cinque enti, e grazie al fatto che per i primi anni il nuovo comune unico è fuori dal patto di stabilità.
(qui altre foto della situazione attuale)