L’8 dicembre alle primarie per eleggere il segretario nazionale del Partito Democratico ho scelto di sostenere la proposta e la squadra di Giuseppe Civati. Ed è una scelta fatta da tempo, dopo aver valutato le altre tre proposte in campo.
Ho scelto Civati perchè credo ci sia bisogno di coerenza e di coraggio nel portare avanti le nostre idee: non saremo mai credibili se passiamo una campagna elettorale a dire che non governeremo mai più con la destra e poi facciamo il contrario, non saremo mai credibili se per cercare consenso cerchiamo di copiare gli altri e non difendiamo invece i nostri valori;
ho scelto Civati perchè c’è bisogno di concretezza, che si basi su pochi punti chiari e un partito in grado di decidere e perchè c’è bisogno di un segretario a tempo pieno che lavori per rendere credibili le nostre proposte anche alle persone fuori dai circoli, ai giovani, ai volontari che vogliono vedere premiati i loro sforzi dopo tanti anni di delusioni.
Un partito che fatica a funzionare, la poca concretezza nelle nostre proposte e l’incoerenza si sono visti platealmente in quello che è successo dopo il risultato elettorale di febbraio ed in particolare sul caso di Prodi e i 101.
Mi chiedono chi sono i 101? La realtà è che quasi nessuno voleva il governo di cambiamento proposto da Bersani che è stato lasciato solo, ed appena ce ne è stata la possibilità, in segreto, di eliminare la proposta (e il proponente), questo è stato fatto.
Di fronte a tutto questo io sto dalla parte di Civati che insieme a pochi altri ha sempre denunciato queste manovre, ed è sempre stato coerente nel dire no al governo larghe intese, non per questioni ideologiche ma perchè non riesce a dare risposte necessarie al Paese e soprattutto perchè non è mai stato basato su accordi chiari da fare preventivamente non a posteriori (vedi la mozione #civaten..).
Per evitare di ricadere in questi errori ci vuole partito molto organizzato e allo stesso tempo aperto e inclusivo che sappia valorizzare le migliaia di attivisti storici ma che sia attrezzato far partecipare la cittadinanza anche su battaglie solo locali. Quindi no sia alla trasformazione del partito in un comitato elettorale senza anima né struttura, sia alla vecchia idea piramidale e verticistica a livelli accessibili solo a pochi eletti, con più funzionari che gente che va nelle piazze a fare i banchetti.
Un partito che faccia quello che dice, consultando periodicamente gli iscritti usando anche l’istituto previsto del referendum (altrimenti a che serve la tessera?): questo adesso lo dicono anche i sostenitori degli altri candidati, in gran parte presenti in parlamento e io mi chiedo perchè non l’hanno mai fatto? Perchè non ci hanno consultato sulle larghe intese? Ma soprattutto perchè dovrebbero farlo ora?!
E poi proviamo a ripartire dal nostro unico alleato e con tutte le anime della sinistra, con i movimenti dei lavoratori (come si fa ad aver paura di parlare con i sindacati e la fiom?!) e con la società civile, prima di guardare dall’altra parte..
Ed infine i contenuti secondo me più significativi della proposta: passare della rendita alla valorizzazione del lavoro, introducendo il contratto unico di inserimento lavorativo e universalizzare la tutela della disoccupazione, riformare lo stato, per risparmiare 15 miliardi all’anno, tutelare i beni comuni, i diritti individuali e la nostra Carta Costituzionale (qui la mozione completa).
Ti hanno chiesto di scegliere tra i valori di sinistra e il rinnovamento, non ti accontentare, scegli entrambi, scegli Pippo Civati Segretario e la sua squadra, scegli il rinnovamento di sinistra. #civoti #vincecivati #civado